Perchè solo insieme possiamo

RACCONTI DI VITA

Mattia

Ciao, mi chiamo Mattia.

Sono nato a Torino e lavoro in uno studio di architettura.

Incontro i frati e conosco le tante attività caritative del santuario Sant’Antonio quando avevo solo 16 anni grazie al suggerimento del mio ex insegnante di religione. Da quel momento, ho iniziato a mettermi in gioco: prima con il servizio alla “Mensa Poveri” e poi collaborando con il “Centro d’Ascolto”.

E’ qui che nasce l’idea di offrire un nuovo servizio a chi è nel bisogno. Nel 2015, infatti, con il sostegno del CA e dei frati, viene aperto il “Doposcuola”.

Siamo solo 5 studenti universitari all’inizio e una decina di bambini, ma con gli anni siamo cresciuti fino a sfiorare i 50 iscritti. Ogni sabato pomeriggio organizziamo due momenti: il primo di sostegno nello svolgimento dei compiti e il secondo con alcuni momenti di svago (giochi di gruppo, uscite fuori porta, feste e tanto altro).

Con il tempo ci siamo accorti però che qualcuno dei nostri ragazzi aveva bisogno di un accompagnamento più profondo che andasse oltre il servizio del sabato.  Molti infatti vivono in situazioni familiari difficili e noi cerchiamo di essere per loro un punto di riferimento “diverso” attraverso l’ascolto-confronto delle loro insicurezze e fragilità ma spesso anche grazie ad aiuti concreti in cui siamo assistiti dai volontari del CA e dai frati. 

Abbiamo sempre creduto nel valore dello sport, che per noi rappresenta uno strumento per sradicare i ragazzi più fragili dai contesti difficili in cui, in alcuni casi, vivono e crescono.

Orgogliosamente possiamo dire di avercela fatta. Ci riempie di gioia infatti vedere che alcuni di loro hanno raggiunto la loro stabilità e autonomia e sono diventati a loro volta un punto di riferimento e un esempio “positivo” per altre persone.

Simona

Per fare la carita’ occorre guardare negli occhi, per fare la carita’ occorre abbracciare (Papa Francesco)

Queste parole rappresentano il mio esserci nel fare servizio, nella realtà del gruppo della domenica.

Il Gruppo della Domenica è una servizio che si svolge la domenica pomeriggio con gli “ultimi” e poter stare con loro è necessario abbracciarli ( anni fa non avrei mai pensato di trascorrere la domenica pomeriggio con i poveri, di abbracciare un uomo o una donna il cui suo tutto è in una borsa di nylon o in uno zaino, il cui tetto è il cielo aperto….).

Sono passati 6 anni da quando ho conosciuto questa realtà del servizio della domenica pomeriggio, continuo, con il trascorrere delle domeniche, ad esserci con l’ entusiasmo, l’ allegria, l’ ascolto, le chiacchierate.

Si riceve il doppio, triplo, quadruplo di ciò che si dona.

Mi chiamo Simona e sono una volontaria del gruppo della domenica.



Silvia e Andrea

La nostra avventura con il teatro è incominciata qualche anno fa, quando Diana (la responsabile – nonché regista del gruppo teatro), aveva chiesto prima a me, Andrea, che ho subito accettato ed ho portato con me la mia fidanzata Silvia in questa nuova avventura.

All’inizio eravamo un po’ impacciati e con tanta timidezza, ma con l’aiuto di Diana e soprattutto con tanti esercizi siamo riusciti a vincerla.

Il teatro ci ha lasciato una sensazione di benessere, di serenità, di allegria, e ci ha fatto affrontare la vita in modo più positivo. Inoltre ci ha insegnato a relazionarci con gli altri .

Di seguito alcuni degli spettacoli: Canto di Natale – Una notte di sogno mezza estate – Alice nel paese delle meraviglie – Il piccolo principe – Pianto degli angeli – Sant’Antonio – Niente da dichiarare – Una palla al piede.

Approfittiamo per chi legge, chi volesse intraprendere questa avventura del teatro di contattare Diana.

Mamoudou

Mi chiamo Mamoudou, ho 24 anni e vengo dalla Guinea.

Quando sono arrivato a Torino, dormivo sulla strada, senza documenti.

Ho incontrato i Frati Minori di Torino, mi hanno cercato un alloggio, mi hanno dato i vestiti, da mangiare e mi hanno aiutato ad essere in regola avendo il permesso di soggiorno provvisorio.

Mi hanno cercato un lavoro ad Alba, dove sto lavorando con un contratto a tempo indeterminato e anche oggi continuano ad aiutarmi sempre in ogni ambito della vita.

Per finire, oggi tutto ciò che ho è grazie al loro aiuto ed è merito loro se sono riuscito ad ottenere una situazione stabile.

Salvatore

Sono Salvatore, nato a Napoli e da quasi 7 anni vivo nei pressi di Alba, attualmente a Magliano Alfieri con precisione.

Sono un insegnante di Religione sia nella scuola primaria che secondaria di II grado.

All’inizio del 2018 ho iniziato la collaborazione con la Onlus dei Frati Minori di Torino con lo sportello “Progetto Lavoro”.

Il Progetto consiste nel dare possibilità di lavoro a giovani in difficoltà, ascoltati ed indirizzati dal Centro Carità S. Antonio, e sostenerli nei primi due anni dalla loro assunzione.

Gli si offre una casa, gli si chiede un minimo contributo mensile per il sostegno del Progetto, e si effettua un percorso umano nel massimo rispetto delle proprie tradizioni in modo tale da crearsi una situazione economica e umana alquanto serena prima di un’autonomia totale.
Sin dall’inizio il mio incarico è stato quello di co-responsabile, con Fra Mauro, della zona di Alba e sostenere i ragazzi del Progetto sia a livello pratico (varie faccende di casa), sia a livello umano, accompagnandoli nel loro cammino di progettazione e di desiderio. Siamo partiti con un solo ragazzo e oggi contiamo più di una ventina di ragazzi.

Poterli accompagnare per me è una grande gioia.

Vederli all’inizio del loro cammino con le loro ferite, le loro paure, le loro titubanze e poi, vederli alla fine del loro percorso ormai sereni e pronti per iniziare il loro nuovo viaggio verso l’autonomia, è davvero stupendo. Il Progetto dona opportunità non solo lavorative-economiche, ma di dignità e possibilità di una vita nuova.

Albert

Mi chiamo Albert e vengo dal Mali.
I frati sono stati di grande aiuto per me, è come se fossi nato di nuovo.
Oggi sono molto felice di averli incontrati e sono molto soddisfatto di dove sono arrivato oggi, ho una casa ed un lavoro a tempo indeterminato.

I frati sono persone di cuore davvero, aiutano con le mani, con la bocca, con tutto.

Per me sono una famiglia.

Io gli auguro di avere tutto ciò che loro vogliono nella vita e anche in Paradiso.

Da quando li ho conosciuti, sono cambiato io ed è cambiata la mia vita. Senza di loro non sarei mai arrivato dove sono adesso, quindi posso solo ringraziarli.

Angela

Ho insegnato per 42 anni, ma non è vero, sono stata nella scuola con i ragazzi, attenta ai loro problemi, ai loro bisogni inespressi, attenta alla loro rabbia e al loro dolore.

Ho iniziato il mio cammino di pensionata pensando che avrei voluto continuare a dare agli altri una parte del mio tempo.

Ho incontrato i Frati Minori e subito sono stata inserita nell’attività di ascolto di coloro che si trovano in emergenza. Ho scoperto un
mondo che non conoscevo, il mondo dei poveri assoluti.

Mi sono posta in ascolto.

Se si impara a tacere e ad ascoltare, loro hanno tanto da dire, hanno bisogno di dire, di essere ascoltati come persone normali. E’ importante affiancare la capacità di ascolto abbinandola con le competenze che noi volontari impariamo sul campo.

Imparare con discrezione a gestire con delicata attenzione la sofferenza, il senso di fallimento nonché le esigenze impellenti che li assillano. E’ importante che ciascuno percepisca di essere accolto; un sorriso sincero, una carezza su una spalla, uno sguardo di partecipazione, sono fondamentali. Non interrompere il loro esporre con una risposta frettolosa, si sentirebbero non accolti. Anche il rimprovero benevolo è segno per chi è in fatica che lui/lei ci sta a cuore. Questo non possiamo dimenticare mai: loro ci devono stare a cuore.

Come attività parallela all’ascolto, offro le mie competenze anche per aiutare i giovani a redarre il proprio cv e li aiuto a districarsi nel difficile mondo della ricerca del lavoro.

 

Rossano

Mi chiamo Rossano, ho 27 anni e dopo aver avuto problemi abitativi sono stato aiutato dal Centro Ascolto dei Frati Minori che, grazie ad un progetto di accoglienza per giovani senza fissa dimora, mi hanno accolto ed ho ricevuto aiuto per trovare un lavoro.


Vivo qui nell’Accoglienza S.Antonio da un anno ormai e svolgo anche servizi di volontariato.

Fra Mauro Battaglino

Sono Fra Mauro, guardiano del convento di S. Antonio dal Settembre 2019.

Insieme alla fraternità abbiamo scelto di accogliere giovani in difficoltà, senza fissa dimora,
che ci avevano espressamente chiesto un aiuto per ripartire e per poter ricominciare a
vivere in modo dignitoso.

Per questo è nata l’Accoglienza Sant’Antonio, alcune stanze che ospitano i ragazzi ed una
cucina con piccolo soggiorno per i loro momenti di condivisione.

Sicuramente tutto questo ha comportato una serie di difficoltà dovute alla differenza di
nazionalità dei ragazzi, con le loro culture diverse. Alcuni aspetti faticosi si sono verificati
anche per la nostra fraternità…i ragazzi hanno ritmi diversi da quelli dei frati!

Ma sicuramente molti sono gli aspetti positivi in questo progetto di Accoglienza:

per noi frati è un continuo scoprire come i ragazzi accolti cambino sentendosi accolti in
“famiglia”; sono più sereni e piano piano cominciano a programmare qualcosa per il loro
futuro, ciascuno con i propri tempi.

Con alcuni di loro è stato possibile fare un passo ulteriore nella ricerca di un lavoro, permettendo fin da subito un passaggio in completa autonomia.

Grazie ai nostri benefattori, che hanno creduto in questo progetto, possiamo aiutare questi ragazzi, donando loro la possibilità di Vivere! Si! perché questo progetto è un progetto che dona Vita!

Selouen

Ciao, mi chiamo Selu, ho 25 anni e sono nato in Sardegna.

Quando mi chiedono cosa penso di questa casa Sant’Antonio, non so mai da dove iniziare, è un posto che da speranza e da modo a tante persone come me di pensare come poter provare a costruire un futuro, dopo aver avuto la sfortuna di finire nel giro infinito dei dormitori.

È un posto che ti da una sorta di famiglia improvvisata, i ragazzi con cui si cerca di affrontare questo percorso, cercando di sostenersi l’un l’altro, anche se non sempre si va d’amore e d’accordo, come in tutte le famiglie d’altronde.

Questa casa è anche un posto dove ti viene dato modo di raggiungere o recuperare quell’indipendenza che non si ha mai avuto o che si è persa.

Manuela

Sono ormai molti i giovani che approdano al Centro d’Ascolto, alla Mensa del povero, al Gruppo della Domenica. Qualche anno fa nasce l’esigenza di creare uno spazio dedicato a loro al di fuori “dell’ascolto” che si presta al mattino presso il centro.

E così nasce lo Sportello Giovani, rivolto alla fascia 18 – 35 anni circa.

Accogliere e sostenere un giovane che chiede aiuto, per me volontaria, significa “farlo sentire a casa” ovvero ascoltare i suoi bisogni, le sue difficoltà, disagi, la sua storia che lo caratterizza
come persona ed iniziare a creare un sereno clima di fiducia che non lo faccia sentire giudicato per progettare assieme un percorso che lo aiuti a “riscattare” la sua vita.

Costruire tutto ciò richiede tempo e costanza e per lo più, oltre al volontario, Fra Davide contribuisce in modo predominante in questo in quanto tutti i giorni può fisicamente stare
accanto al giovane.

E’ un bel gioco di squadra ed è importante poter costruire una rete attorno a
lui.

Per tutti i ragazzi il bisogno primario è “avere un tetto sopra la testa”, perché dormire in strada o nei dormitori non è facile, ma soprattutto è il primo bisogno che ti fa’ sentire appartenente a qualcosa, a qualcuno ed è una piccola luce di Speranza che inizia a nutrire una parte della
propria autostima che ti spinge a ricercare chi sei e chi vuoi diventare.

Rimanendo in ascolto di questo bisogno, grazie a Fra Davide ed i Frati di Sant’Antonio sono
nate Casa Caterina e da poco Casa Speranza.

I giovani scelti per iniziare ad “abitare” in queste case, nonostante le difficoltà iniziali in cui percepiscono forte la sfida personale di doversi mettere in gioco come persona, sentono molto la responsabilità di prendersi maggiormente cura di se stessi e del luogo che ti è stato affidato.

Tutto ciò, però, innesca “una ripartenza” che sono disposti a difendere con tutte le forze.

Si dice che “la Bellezza è negli occhi di chi guarda”.

Quando mi soffermo a guardare questi ragazzi non vedo solo le loro ferite, le difficoltà , i disagi, ma vi è una bellezza particolare ed unica per ciascuno di loro che, in qualche modo, mi coinvolge, mi aiuta a crescere e mi fa respirare “desiderio di vita”.

Molto spesso sono loro che donano a me, più che io a loro.

Antonella

Ho svolto per 42 anni la professione di Assistente Sociale e ad agosto dello scorso anno sono andata in pensione.

Mi sentivo un pò persa, desiderosa di intraprendere un’attività di volontariato “col cuore”, per colmare il vuoto che mi aveva lasciato l’allontanamento dal mio lavoro, fonte per me di esperienza e ricchezza interiore. E a metà settembre ecco la Provvidenza: la telefonata di Tina, volontaria al centro d’ascolto dei Frati Minori che mi chiede una consulenza telefonica. Il giorno dopo ero a conoscere Frate Davide e dalla settimana successiva ho iniziato ad affiancare volontari più esperti di me.

Ho trovato quello che cercavo, anzi di più. Sono stata accolta benissimo ed io sto imparando ad accogliere senza giudicare, valutare, usare parametri rigidi, insomma sto destrutturando i miei schemi professionali specchiandomi negli occhi di chi la Carità la vive in prima persona.

Ho potuto incontrare persone di ogni nazionalità con storie di grande dolore, e soprattutto sto imparando ad aspettare: aspettare che loro si fidino di me, mi riconoscano loro sorella e mi regalino un pò di tempo per permettermi di sollevarli un pochino.

La ricchezza di cuore dei Frati e degli altri volontari è grande. La mia strada è in salita, dovrò imparare tante cose ma vedo una grande luce su questo cammino che la vita mi ha posto innanzi: tanti fratelli che mai avrei avuto occasione di ascoltare, tanti invisibili che ora hanno un nome, una storia, un cuore.

Un’esperienza che non vedo l’ora di ricominciare.
Grazie a tutti

Silvia

Mi chiamo Silvia e sono una volontaria francescana.

Presto il mio servizio da 16 anni nei locali della mensa e da un anno e mezzo mi occupo in particolare dello Sportello Giovani.

E’ un servizio che si differenzia, in parte, da quanto facevo prima.

Mentre nei locali della mensa vi si accostano persone diverse tra di loro, che cambiano periodicamente, qui ci sofferma in particolare sulla persona, andando più in profondità e seguendola nel suo percorso.

I giovani che seguiamo hanno un’età che varia dai 18 ai 32 anni.

Si cerca di entrare in relazione con loro, in punta di piedi, rispettando il loro passato.

Si cerca di educarli ma soprattutto, parlando della mia esperienza di volontaria non specializzata in ambito psicologico, si cerca di dargli quell’affetto che a loro manca.

Il mio compito è quello di ascoltarli insieme a Fra Davide, cercando di capire quali sono le esigenze primarie, i sogni che sono dietro i volti di questi ragazzi.

Ogni progetto che viene scritto ha dei passaggi che non sempre seguono le tempistiche prestabilite. Ci si scontra spesso con le difficoltà, a volte con le delusioni.

Sono giovani, con un passato alle spalle non facile, con dei distacchi volontari e involontari.

A volte il servizio ti chiede di spronarli, a volte di consolarli, di aspettare i loro tempi, di fare un passo indietro.

E’ un servizio che mi coinvolge molto, non tanto come tempo ma a livello emotivo. Non con tutti riesco ad instaurare lo stesso rapporto.

Non sempre vi è feeling, con alcuni può rimanere un rapporto volontaria/ragazzo, con altri vieni quasi identificato come una persona di famiglia, come una madre, una sorella e a quel punto anche per te cambia il rapporto e senti un senso di responsabilità ancora più grande e l’affetto che provi a volte ti spaventa.

Arrivi a non sentirti più una semplice volontaria, vivendo le loro vittorie e le loro sconfitte come se le avessi vissute tu, in prima persona.

E’ un servizio che, se ti lasci coinvolgere, ti da’ veramente tanto.

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